mercoledì 30 settembre 2020

Pareti verticali

 

È un periodo di merda vero Sig.na 25 ciliegie?

Anche per chi come te ama la vita senza condirla con troppe lamentele, senza recriminazioni, senza quel retrogusto di:”perché tutte a me?” che poco tolleri davanti al bancone di un bar.

Ti ostini a bere champagne anche se fuori è autunno, anche se non è tempo per festeggiare, anche se dovresti scaldarti con del rosso dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Ma tu te ne freghi, perché il mondo non ti ha mai chiesto il permesso, nemmeno una delle tante volte in cui è entrato nei tuoi sogni spazzandoli via con arroganza.

Non è il tuo anno vero Sig.na 25 ciliegie?

Mentre attendi che tutto questo dolore si distilli e diventi conoscenza, mentre temi questo Natale e quella casa senza albero e luci intermittenti.

Vorresti svegliarti a maggio e assaporare la fine di una primavera che si può vivere davvero, mentre nei sorrisi radianti di chi ti sta accanto s'intravede l'estate.

C’è qualcuno che ti conosce davvero Sig.na 25 ciliegie?

Dietro le tue parole di circostanza, la tua ironia incalzante, i tuoi continui tentativi di alleggerire anche i macigni.

C’è qualcuno in grado di vedere le tue bugie, il tuo terrore di non piacere, di non essere come vorrebbero?

Cosa ti aspetti da chi ti vuole bene Sig.na 25 ciliegie?

Cosa ti aspetti da me Sig.na 25 ciliegie?

Ti prego prova ad essere sincera almeno per una volta, almeno con te stessa, mentre sorseggi quel bicchiere di champagne e i tuoi occhi non fanno altro che ricordarmi quanto fa male ricordare.

Dove sei Sig.na 25 ciliegie?

Mentre le chiacchiere si sprecano e tu partecipi con entusiasmo ad ogni discussione, come se non fosse cambiato nulla, come se in questa vita non ci fossero rotonde o aree di sosta.

Fermiamoci qui Sig.na 25 ciliegie, starò in ascolto mentre tu in silenzio mi getterai addosso quel mix letale di rabbia e sofferenza, proverò a rimediare, nel disperato tentativo di prendermi cura di te almeno per questa volta.

 

Incredibile come sia facile innamorarsi di te Sig.na 25 ciliegie.

Pazzesco quanto invece sia maledettamente faticoso volerti bene davvero.

 

martedì 22 settembre 2020

Tutto bene, grazie.

 

Come stai Sig.na 25 ciliegie?

Mentre i tuoi tutto bene placano le ansie di chi ti ama, evitano agli altri imbarazzi e fatiche.

Come stai Sig.na 25 ciliegie?

Mentre la musica continua a salvarti la vita e pedalare sembra essere l’unica direzione possibile.

Come stai Sig.na 25 ciliegie?

Nelle parole che ti si fermano in gola, nelle risposte che urli a porte chiuse, nelle lacrime che scendono solo quando l’acqua scorre e una canzone ti impedisce di dirti che va sempre tutto bene.

Come stai Sig.na 25 ciliegie?

Adesso che le persone si sono mostrate in tutta la loro fragilità, ora che abbassi lo sguardo per non vedere la verità di chi non è stato capace di esserci.

Come stai Sig.na 25 ciliegie?

In un mondo dove il dolore va sbandierato, riempito con fotografie e segni sul corpo.

Mangi Sig.na 25 ciliegie?

Piangi Sig.na 25 ciliegie?

Ti arrabbi Sig.na 25 ciliegie?

Quando fuori vorresti solo il rumore del calpestio delle prime foglie secche e dentro il vuoto della loro assenza ti rende ancora più bramosa di vita.

Ottobre è alle porte e ti domandi quanto male possa fare la consapevolezza, quando smetteranno di cercare di leggerti dentro in questa assenza di parole.

L’autunno prova ad abbracciarti dentro la malinconia di un pezzo dal volume altissimo; cancella quest’estate terribile, umida da fare schifo, incapace di darti sollievo.

Come cazzo stai Sig.na 25 ciliegie?

Vorrei tanto chiederlo, conscia che non dirai mai la verità, sicura che stai tenendo duro, tamponando il sangue che scorre dalle tue ferite, sorridendo a una vita così crudele da renderti ancora più bella.

Vorrei farti spogliare di quella corazza, lasciarti il tempo per crollare, ripeterti che ti porterò lontano e che non importa se non ce la farai.

Non mi importa come stai Sig.na 25 ciliegie, io resto qui con te.

venerdì 11 settembre 2020

Così forte che rimbomba tutto.

 

La Sig.na 25 ciliegie controlla i lividi sulle gambe, le ferite sulle braccia, si chiede come sia possibile avere ancora così fame di vita.

Inforca la sua bicicletta blu tiffany, alza il volume nelle cuffiette e prova a non smettere di regalarsi sogni, paesaggi nuovi, ricordi di città che ha attraversato nei suoi viaggi.

Pedala veloce, trattiene la malinconia e si prefigura prospettive senza dolore.

La Sig.na 25 ciliegie continua a pensare a Gedeone, alle sue stravaganze, al suo sguardo curioso verso il mondo e le persone.

Sorride pensando ai clichè che non ha mai vissuto, ai padri che insegnano ad andare in bicicletta e a guidare. Piccoli lavori in casa e lampadine da cambiare. Mentre una playlist la accompagna lontano, cerca bramosa le immagini del suo passato, rivede la bambina che estasiata guardava Milano dall'ultimo piano del Pirellone.

        Il mio papà lavora in cima al mondo.

La Sig.na 25 ciliegie asciuga le lacrime di una consapevolezza adulta, piena di quei mesi senza sapere dove fosse, di quelle giornate infinite dove cercavano di proteggerla dalla verità.

Papà perché non torni più a casa? Ti ho fatto un disegno.

Le litigate con la mamma, un amore così totalizzante da riempire stanze, incapace di conoscere il vuoto dei silenzi. Lui, le infinite volte in cui le giurava che avrebbe rallentato, che era l’ultima follia. Lei, il suo sguardo rassegnato ma orgoglioso mentre ascoltava quelle promesse al vento.

I regali per lei sul tavolo della cucina il giorno successivo. Tua madre è bellissima vero?

Allontana il dolore e ripensa alla tavola imbandita a tutte le ore, alle serate tra musica e politica, impregnate del profumo del tabacco di una pipa. Gli amici di una vita e quelli nuovi, conosciuti sull’onda dell’entusiasmo di idee e progetti scritti nelle notti insonni.

Papà ci sono i tuoi amici a casa, tu dove sei?  

- Giuro che sto arrivando.

 

       I ritardi reiterati e fragorosi, le ore in attesa di quel passo pesante sulle             scale. La domenica, la polenta sul fuoco e la berretta dell'Atalanta. 

       I libri sparsi per tutta la casa, le citazioni estrapolate dai classici, Bob Dylan e Herbert Pagani.

  Siediti qui Iaia, ti leggo una poesia.


La Sig.na 25 ciliegie sceglie un ricordo ogni giorno e ci costruisce un giro su due ruote. 

La Sig.na 25 ciliegie a volte si sente così leggera da credere di non avere più nulla. Si domanda perché il dolore invece che affondarla la porti così in alto, privandola di tutto.

 

Manchi forte.

           

 

 

 

 

 

 

venerdì 4 settembre 2020

Ciao papà


A volte il dolore è così forte, talmente fagocitante da non riuscire in nessun modo a plasmarlo, a definirlo con delle parole.
A volte è così devastante da impedire i movimenti, le azioni, le lacrime, i pensieri.
La Sig.na 25 ciliegie si domanda dove sia stata quella sofferenza prima di entrarle dentro. Forse in una distesa immensa? Forse al di là delle nuvole?
Non può essere stata qui nei paraggi, su questa Terra. Qualcuno l’avrebbe vista, avrebbe cercato di fermarla, di mandarla via.  

Chissà dove ti eri nascosta.
Chissà perché ti piaccio così tanto.

Roger la guarda piangere senza bagnarsi il viso, urlare muta, soffrire ridendo. Roger le cucina taralli, le compra kg di gelato, le regala sogni dotati di adattatori universali. Sogni che funzionano in tutte le prese del mondo, sogni che diventeranno progetti.
Roger le vuole così bene che nemmeno si chiede più quanti muri dovrà superare per abbracciarla, quanti silenzi serviranno prima di sentirla gridare contro una vita senza sconti.
Roger la porta via anche dentro un bilocale.
La Sig.na 25 ciliegie sorride pensando ai suoi amici a pois, a quelli che erano lì, nonostante tutto, nonostante esserci davvero non sia la via più facile da intraprendere.  Quelli che hanno scavalcato i va tutto bene e hanno fatto carta straccia dei suoi non ti preoccupare.

La Sig.na 25 ciliegie la vita senza Gedeone nemmeno se la vuole immaginare. Non crede si possa descrivere il vuoto che lascia un coniglio con le orecchie giù. 
L’amore le si incastra nella gola, entra nello stomaco e lo chiude a più mandate. Se ne sta lì e cerca un destinatario.

Ora chi se lo prende tutto questo amore?
Dove lo metto il bene infinito che gli volevo?

La Sig.na 25 ciliegie non sa come si fa quando la persona che ami di più al mondo se ne va, o forse sì perché è già successo, perché la vita a volte ti riserva dei déjà vu che ti spezzano le ossa.
Scorre la rubrica e sa che dovrà cancellare quel numero. Come dodici anni fa. Come quando il dolore ti si appiccica addosso e hai paura che non se ne vada mai più.

La Sig.na 25 ciliegie non lo sa perché il dolore la scelga con tanta irruenza, senza rendersi conto di quei pochi chili che ha di fronte.

Basterebbe molto meno per asfaltarmi sai?

Mentre sale le scale di una casa silenziosa, senza musica, senza risate, senza disordine.
Mentre continuano a chiederle come sta e lei non vede l'ora di montare in sella alla sua bicicletta e di far partire la musica.

Ciao Gedeone, dentro si gela senza di te. 


Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...