sabato 28 novembre 2020

COSA VUOI FARE OGGI SIG.NA 25 CILIEGIE? GUARDARE I GOONIES IN LOOP.

 

Oggi la Sig.na 25 ciliegie vorrebbe solchi di pelle dietro la schiena, le ossa stridere, lo stomaco rivoltarsi.

Oggi sono ventotto eppure nemmeno ci prova a piangere, utilizzando anniversari come pretesti, pandemie come aggravanti, assenze come giustificazioni.

Oggi sono ventotto e fuori la nebbia copre tutto tranne i ricordi, quei giorni grigi e umidi passati a trascinarsi per i corridoi di casa tra flebo e attese devastanti.

Il caldo afoso di un’estate trascorsa a fare avanti e indietro nel silenzio di autostrade vuote, in una Padova così terrificante da lasciare senza speranze.

Quella ferrata mai iniziata, in attesa di una telefonata che ti spezza le gambe oltre che il cuore.

Come faccio a tornare a casa adesso?

Una macchina che corre, la musica alta, le parole che non escono ma se ne stanno lì, pronte a farsi domande che servono a poco.

Una doccia ghiacciata e un ultimo saluto. Un vestitino a pois blu, di quelli che avrebbe amato; i capelli ricci asciugati al sole, come piacevano a lui.

Oggi sono ventotto ma la sofferenza di questo anno si somma al vuoto lasciato da quel Novembre così uggioso, agli errori che forse non avrebbe commesso, agli abbracci che non è stata capace di prendere.

E ora a chi lo dico che Lei continua a mancarmi da morire?

 

È arrivato il freddo Sig.na 25 ciliegie, sei pronta a coprirti con strati di ironia?

Fuori si gela e la brina sui tetti ti fa sorridere, illudendoti per un attimo che possa essere un Natale come gli altri.

Cerchi la neve e un gelato a colazione; cerchi destinazioni lontane in attesa che Roger ti porti via, regalandoti per l’ennesima volta un respiro regolare, delle notti serene e una stramba idea di felicità.

Prendi tutte le tue paure e le ricopri di cartapesta, senza la minima intenzione di sbarazzartene, sicura che sia l’unico modo per tenerti stretta chi non c’è più.

 

-          Cosa vorresti per Natale Sig.na 25 ciliegie?

-          Che smettessero di rispettare il mio dolore.

-          E cosa dovrebbero fare?

-          Prenderlo a calci in culo.

 

sabato 14 novembre 2020

Novembre è zucca al forno a colazione

 

La Sig.na 25 ciliegie da piccola sognava di vivere in una casa delle bambole, in un soggiorno luminoso dai soffitti alti e il parquet.

Una di quelle casette aperte, con tante stanze, tappezzeria e mobili antichi in miniatura.

Lei, che ora ama viaggiare lontano.

Lei, che quando dorme tiene un piede fuori dal letto per non soffocare.

Lei, che quando entra in un ristorante sceglie di sedersi a un tavolo dove si vede l’uscita.

Lei, che sguscia dagli abbracci come fosse un pesce.

La Sig.na 25 ciliegie da piccola era piena di ricci e capricci; quando suo fratello esasperato la picchiava, tratteneva le lacrime e a denti stretti bofonchiava i suoi:” non mi hai fatto un bel niente” per poi chiudersi in bagno a piangere mentre l’acqua sgorgava forte.

Sorrido se ci penso sai Sig.na 25 ciliegie?

Contro quella porta, mentre cingevi le ginocchia e speravi non ti sentisse nessuno.

Mi rattristo se ci penso sai Sig.na 25 ciliegie?

Gli anni passano e tu sei ancora lì, contro quella parete a stringere i denti, urlando a pieni polmoni che non ti hanno fatto un bel niente.

Di cosa hai paura Sig.na 25 ciliegie?

Cosa c’è di così terribile nel farsi vedere fragile?

Quante allergie dovranno affrontare ancora i tuoi occhi prima di ammettere che sono solo lacrime?

Di quanti nonmihaifattounbelniente avrai bisogno prima di chiamare i sentimenti con il loro nome?

Perché alzi muri se desideri solo che li scavalchino?

Per quale ragione lasci perdere quando vorresti solo affrontare l’argomento?

Quale è il motivo per cui va sempre tutto bene ma è novembre da mesi oramai?

Io non lo so se riuscirò mai a regalarti una vita in una casa delle bambole, nella certezza che qualcuno si prenderà sempre cura di te e i raggi di sole filtreranno nelle stanze dei tuoi pensieri.

Io non lo so se smetterai mai di avere il terrore di farti vedere così come sei.

Io non lo so come si sta quando la vita ti entra da dietro sulle caviglie e non ci sono arbitri pronti a darle un cartellino rosso.

Io so che sono qui, pronta a scavalcare i muri che continui ad alzare, ad abbracciarti ogni volta che cercherai di mandarmi via, ferma di fronte ai tuoi tentativi di fare ironia sul dolore.

Io sono qui e non ti lascerò mai sola Sig.na 25 ciliegie. Puoi dir giuro.

 

 

 

 

domenica 1 novembre 2020

Tieni il resto, lurido bastardo.

 

È novembre Sig.na 25 ciliegie, ed è paradossale realizzare quanto questo novembre faccia meno schifo di altri.

Un mese in più che ti allontana da agosto.

Un mese in più verso una primavera che sogni come se non esistesse nient’altro di più leggero.

Il vuoto ora è talmente profondo da non conoscere mesi dilatatori.

Il vuoto ora è così esteso da impedire anche all’anniversario più orribile di scalfirti.

Il vuoto ora rimbomba di ricordi, di natali senza di loro, di attese colmate da silenzi ingombranti.

La Sig.na 25 ciliegie quest’anno non teme alcun novembre; non attende le luci di dicembre, l’albero e i pacchetti con le renne. Vorrebbe regalarsi un salto nell’anno nuovo, dei film senza buoni propositi o biscotti allo zenzero.

Cosa te ne fai di questi mesi senza senso Sig.na 25 ciliegie?

Dove andranno a finire le tue scarpe da corsa, necessarie per affrontare un mese lungo quanto una corsa ad ostacoli?

Che significato puoi dare a questi 28 giorni, ora che hai scoperto che esiste una sofferenza ancora più grande?

Io non lo so come fai Sig.na 25 ciliegie, a vestirti di tutto punto, a sfoggiare sorrisi e battute taglienti, ad allenarti e a cucinare verdure biologiche mentre la vita ti ha sferrato l’ennesimo colpo mortale.

Io non lo so cosa ti passa per la testa, quando ti concentri su nuovi progetti, quando consigli libri o album da ascoltare, quando sali le scale e lui non è più lì ad aspettarti davanti a una tazza di tè fumante.

Io non lo so perché non piangi, non imprechi contro un mondo così ingiusto, non molli la presa per concederti ritardi e prestazioni deludenti.

Mi fai così tenerezza, arroccata dietro un workout pianificato, una spesa senza grassi saturi e quegli impegni che non hai fatto saltare. Ti vorrei stringere forte, mentre cerchi di non appesantire chi ami e soffi via le consapevolezze più dolorose, sperando non tornino a tormentarti.

Ti vorrei riportare a quei romanzi rosa scritti in portoghese, a quei pezzi latini da ascoltare mentre stringi quelle birre pessime che tanto ti piacciono.

Ti vorrei riempire di colazioni mentre fuori nevica, di vaschette di gelato allo yogurt e di caffè che sale dalla moka senza sosta, senza spauracchi di gastrite.

Ti vorrei guardare negli occhi, perché sono mesi che non riesco a farlo, terrorizzata alla sola idea di non vedere più i tuoi sogni con la stessa nitidezza.

Ti vorrei chiedere scusa, per tutte le volte in cui non ti ho permesso di rimpinzarti di dolci sul divano, di scoppiare a piangere davanti agli amici, di dire alle persone a cui vuoi bene che ti hanno fatto male, di abbracciare i tuoi genitori.

Scusami Sig.na 25 ciliegie, per questa armatura che ti ho cucito addosso, per gli infiniti va tutto bene che ti ho obbligato a pronunciare, per questo senso di inadeguatezza che non riesco a levarti.

A modo mio giuro di volerti un bene dell'anima, anche quando tu non te ne vuoi affatto. 

 

 

Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...