lunedì 23 marzo 2020

per farla breve, vaffanculo (cit)


Sig.na 25 ciliegie non si reagisce così al dolore.
Non si smette di rispondere a chi è preoccupato per te; non si alzano muri davanti a chi ti ama e vorrebbe darti un abbraccio.
Non si piange a comando, giusto il tempo cronometrato di una corsa in solitudine. 
Non si ripete che va tutto bene, condividendo meme e film ignoranti.
Non si ride a crepapelle sul divano lasciando la sofferenza in terrazzo.
Non si leggono libri fino a entrarci dentro e dimenticare questa realtà che per l’ennesima volta si inserisce prepotente nella tua sudata felicità.
Non si ascolta musica a volume altissimo tutto il giorno, anche fuori dagli orari consentiti, anche quando il silenzio di una città fantasma ti uccide lentamente.
Non si mantiene una routine faticosa, come se niente fosse cambiato, tenendo d’occhio i kg, consapevole di quanto siano l’unica cazzo di cosa che puoi controllare nella tua vita.
Non si sposta l’elaborazione di un lutto perché ora non hai tempo.
Non si riempie di bianco fermo il bicchiere quando senti di essere pesante.
Non si passano le giornata a scrivere macigni lasciando piume per la quotidianità.
Non si scappa dagli amici che non riescono a lasciarti sola nella tua corazza
Non si regalano sorrisi quando dentro ci sono lacrime.
Non si ama la vita quando ti presenta della merda fumante fuori dalla porta di casa.
Non si programma il prossimo viaggio, l'ennesima fuga su un furgone arancione che profuma di serenità.
Non si fanno nuovi progetti quando il mondo è nel bel mezzo di una pandemia.

Sai cosa Sig.na 25 ciliegie? A me interessa poco dirti cosa non dovresti fare; a me piaci così come sei, nel tuo assurdo modo di navigare nella tempesta.
Io ti amo Sig.na 25 ciliegie, e forse un giorno riuscirò a urlartelo, superando quelle canzoni nelle cuffiette, quelle con cui ti proteggi dalla fatica del vivere.

-          G. non andrà tutto bene, ma non ci penso minimamente ad abbassare il volume.



martedì 17 marzo 2020

Appena sarà finito tutto questo schifo


Sig.na 25 ciliegie come si fa a dire addio in questo tempo assurdo?
Come si fa a volersi bene a distanza, senza abbassare gli sguardi, senza abbracciarsi, senza riunirsi davanti a una pizza ricordandone i sorrisi.
Come si fa a dire addio in videochiamata, mentre si sprecano voci e guanti in lattice, mentre una mascherina copre la bocca ma non è in grado di chiudere gli occhi di fronte a tutta questa sofferenza.
Come si fa a dire addio senza poter scappare in montagna, senza quelle camminate a volume altissimo che rallentano il respiro, così piene di sole da strabordare in quelle risate che era in grado di farci fare.
I giorni passano e sembra di essere trincerati in una città fantasma, immersi in una nuova peste che comparirà su libri di testo e nei racconti dei prossimi anni. Fuori il silenzio è disarmante; interrotto solo dalle sirene delle ambulanze, dalla paura di chi resta, da tutti questi visi sullo schermo, volti che non riesci a vedere davvero.
La Sig.na 25 ciliegie è così brava a vestirsi con le sue corazze emotive da aver dimenticato come si fa a toglierle, a spogliarsi per un attimo di tutta questa tenuta impeccabile. Se ne sta lì ferma sul terrazzo, cercando di rubare ossigeno a una vita già in affanno.
Il telefono suona e lei non vorrebbe rispondere. I messaggi si sprecano ma lei vorrebbe solo un bicchiere di vino al gusto di questa primavera prepotente che se ne frega di virus e divieti.
Lei vorrebbe alcuni sguardi silenziosi, mani che si incrociano, aerei che la conducono lontano.
Lei vorrebbe fare la cosa sbagliata, oggi più che mai, mentre i giusti lavorano indefessi tra corsie e terapie intensive.
Lei avrebbe voluto regalarti quel vestito rosso di lustrini e un addio di quelli fragorosi e ingombranti, così assordante da permettere a tutti di cantarci sopra. Invece te ne sei andata in silenzio, come chiunque in questo periodo, in una mattina come tante ma che ha permesso per una sera di brindare alla normalità. 
La Sig.na 25 ciliegie in questi giorni surreali non può correre da Gedeone, alzargli il volume dello stereo, preparargli un tè caldo seduta in quella cucina piena di amore e dolore. 

       
-          Sai G. la mamma me lo ripeté per mesi
-          Cosa?
-          Che era una stronzata fotonica quella frase che il peggio è per chi resta.
-          Ah sì?
-    Certo. Il peggio è per chi se ne va, perché la vita è incredibile, abbiamo una  miriade di progetti da realizzare e di esperienze da vivere ancora.
-       Quindi mi stai dicendo che non posso essere triste?
-       No, puoi esserlo, prenditi qualche giorno per masticartela la tristezza, ma poi inizia a scrivere tutto quello che farai appena sarà finito tutto questo schifo.









giovedì 12 marzo 2020

Era una vita che non ascoltavo un album intero dei Portishead


La Sig.na 25 ciliegie fa i conti con questo periodo assurdo, privo di contenuti e bicchieri di bianco al bancone.
Corre per il quartiere con i Portishead nelle cuffie e nello stomaco, mentre cerca disperatamente una strada senza pensieri. Affanna il respiro con l’allenamento per trovare una giustificazione alla mancanza d'aria.
Ripensa agli anni in Brasile, a quella sensazione di terrore appena si accorgeva di aver preso la strada sbagliata, al suono dei tiroteios e dei colpi di pistola, agli assalti, al ragazzo con gli occhi in fiamme che le aveva rubato soldi, cellulare e respiro. Ai mesi passati a sentire passi dietro di sé.
Non avere paura, si ripeteva.
Non avere paura è impossibile.
Prendi la paura, alza il volume e fanne un racconto.
Poi un giorno se ne era dimenticata, aveva preso quello sguardo e ne aveva fatto un bagaglio, aveva archiviato quella sensazione lasciando il posto alla voglia di prendersi il mondo.
Lei, che non aveva mai smesso di vedere il bello della vita, anche in tutto quel dolore.
E ora?
Di cosa hai paura ora Sig.na 25 ciliegie?
La Sig.na 25 ciliegie sa quanto sia fondamentale stare a casa, quanto fermarsi sia una necessità, quanto fare i conti con questa libertà limitata sia l’unica direzione possibile. Lei lo sa bene eppure spalanca le finestre per fare uscire questa ansia del non vivere, questa sua incapacità a dirsi che può usare questo tempo per stare con se stessa, con le sue riflessioni inquiete; prendersi del tempo per scrivere progetti e per segnarsi tutto quello che dovrà lasciare andare e quello che invece vorrà trattenere.
Lei che in passato dentro la prigione del non vivere ha vissuto senza riuscire ad urlare che non era giusto, lei che è così terrorizzata dalla possibilità di avere rimpianti da collezionare rimorsi come figurine.
La Sig.na 25 ciliegie riguarda gli errori degli ultimi anni, li prende in mano provando ad accarezzarli e a dirsi che i giudizi non fanno per lei, che nemmeno ora di fronte alla follia comune riesce a sparare sentenze, a condannare chi sbaglia. Lei non è capace di giudicare, plana su omissioni e scorrettezze altrui con leggerezza. Lei ti sorride e abbassa le aspettative. Cerca una canzone per farti sorridere e una sorpresa per alleviare le tensioni di un anno iniziato in verticale.
La Sig.na 25 ciliegie vorrebbe rassicurare le persone a cui vuole bene, dir loro che andrà tutto bene; si ricorda di quando lo ripeteva a lei pur sapendo che non era vero.
La Sig.na 25 ciliegie chiude gli occhi, pensa a quegli anni di respiro affannoso, ai libri che l’hanno salvata, ai film, alle parole di una vita. Se li segna su un foglio e sceglie con cura a chi inviarli. Lei non sa se andrà tutto bene ma sa che se fai parte della sua lista di persone farà di tutto per renderti tutto questo meno faticoso.
Prendi la paura, alza il volume e fanne un racconto. 
Come sempre Sig.na 25 ciliegie. 



Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...