Come quando manca poco e tutto pare risuonare ancora più forte,
come quando inspessire la
corazza è più facile che salutare,
come quando gli occhi lucidi
di un amico ti ricordano che i tuoi errori ti assomigliano da sempre, perché
nessuno sogna quanto te quando commette uno sbaglio.
Come quando un giorno ne vale
500 eppure non basta.
Quanto male fa trattenere le parole? Ora che questo silenzio non fa altro che inghiottirti come un buco nero.
Quando parti Sig.na 25
ciliegie? Perché quella data vorrei tanto cancellarla dal calendario anche se
so che amarti vuol dire lasciarti andare.
Tornerai Sig.na 25 ciliegie? Perché non lo so se la voglio una vita senza di te.
Ubriacati Sig.na 25 ciliegie,
di tutto quello che questo anno bastardo ti ha portato via, degli amici, ai quali basta guardarti per assolverti da ogni stupido peccato.
Vattene via Sig.na 25
ciliegie, da quei weekend trascorsi tra le corsie afose di un ospedale senza
finestre, da una malattia mentale che ti è entrata nelle ossa senza chiederti
permesso. Dal dolore, che ciclicamente ti abbandona ma poi torna con violenza
per ricordarti che chi ami non smette mai di andarsene via e allora forse è
meglio che lo faccia tu.
Datti tregua Sig.na 25
ciliegie, perché odiarti non ti aiuterà a sentire meno quella sofferenza che allontani in continuazione; non ti salverà da quella leggerezza ostentata, da
quelle frasi che si fermano in gola, che non vuoi caricare sulle spalle
di nessuno.
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Ci vediamo prima che parta?
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Non lo so.
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Uff e perché?
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Perché non so se riuscirò a non chiederti di
restare.