giovedì 28 maggio 2020

Odio dormire con le lenzuola che mi coprono la faccia


Il cuore della Sig.na 25 ciliegie sembra saltare fuori dal suo petto.
Quindi? Che si fa?
Lei si carica l’imbrago nello zaino e prova a mettersi al sicuro con due moschettoni e un caschetto.
Come suo solito ha preso decisioni avventate, ha ingoiato emozioni e vomitato paure senza lasciarsi il tempo di guardarsi dentro.
È fuggita dalle persone che ama, consapevole che l’avrebbero inseguita, afferrandola senza sgretolarla. Ha provato a non ascoltare tutti quei silenzi che rimbombano nella sua testa ancora ed ancora. Si è rifugiata nelle sue certezze di ironia, nei suoi bicchieri di bianco ghiacciato, nei sorrisi di una vita intera. Ha spostato pensieri scomodi, passando sopra ferite fresche e scavalcando lividi bluastri. Ha preso una bicicletta e qualche playlist, ha alzato il volume e accarezzato il vento, cercando di dimenticare tutto questo dolore.
Eppure, quel dannato cuore non sembra smettere di saltarle fuori dal petto.
Come lo rallentiamo?
Cosa ci raccontiamo?
La Sig.na 25 ciliegie vorrebbe tanto staccare il telefono, scappare via da tutti questi come stai, dimenticarsi per strada le telefonate dei medici, gli aggiornamenti, i ce la farà conditi di cuori e abbracci virtuali.
Lei vorrebbe solo andare lontano.
Lontano da lui, che in un modo o nell’altro continua a impedirle di partire davvero.
Lontano da questa città che è così piena di rimorsi da non consentirle di cambiare prospettiva.
Lontano dalle ossessioni per un corpo perfetto, da quello specchio così giudicante da non lasciarle momenti di tregua.
Lontano dalla realtà che non smette un secondo di bussare incessantemente alla porta di casa.
Lontano da sé stessa, in questa guerra infinita che non conosce resa.

Forse un giorno capirai perché amo così tanto la vita.
Forse un giorno ti spiegherò perché se chiudo gli occhi vedo i miei piedi sul cruscotto e Roger che mi porta via da tutto, di nuovo.




Etimologia di scappare: ← lat. volg. *excappāre, comp. di ex-, che indica privazione, e ppa ‘cappa’; propr. ‘togliersi la cappa’.


lunedì 11 maggio 2020

Ci sono canzoni che ti salvano la vita


Sig.na 25 ciliegie cosa succede se Gedeone molla il colpo?
Se allenta la presa e ti lascia sola?
Cosa succede se la vita ti ricorda per l’ennesima volta che i piedi al suolo servono a poco quando la terra frana di nuovo?
La Sig.na 25 ciliegie sceglie un angolo dove rifugiarsi. Le ginocchia chiuse in un abbraccio, i piedi nudi, lo sguardo fisso a cercare delle risposte che nessuno le potrà dare.
Scorre la rubrica alla ricerca di numeri che non può più chiamare.
Déjà vu.
Chissà se ci sarà qualcuno capace di sentire le sue urla silenziose.
Chissà se ci sarà qualcuno in grado di spostare la sua ironia e asciugare finalmente quelle lacrime aride.
Chissà se ci sarà qualcuno che smetterà di dirle di non crollare e proverà a tenderle la mano per aiutarla a rialzarsi.
Chissà se ci sarà qualcuno che le strapperà i jeans per disinfettarle quelle ferite ancora fresche.
Chissà se ci sarà qualcuno che nel chiederle come sta avrà davvero voglia di ascoltare la risposta.
Chissà se ci sarà qualcuno che telefonerà alla vita al posto suo per dirle di andarsene affanculo.

La Sig.na 25 ciliegie recupera ricordi lontani, giornate passate agli angoli della sua esistenza, alla ricerca di quegli strumenti che le hanno permesso di sopravvivere.
La Sig.na 25 ciliegie non sa far altro che mettere un disco e iniziare a scrivere.
La Sig.na 25 ciliegie ha camperizzato un furgone e lo ha chiamato come il suo coniglio perché ha sempre saputo che quelle orecchie giù non avrebbero potuto farle da navigatore.


Io tengo duro, tu portami lontano
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lunedì 4 maggio 2020

Ho imboccato Borgo Canale ed è partita Disperato Erotico Stomp. Pazzesco.


Dal diario della Sig.na25ciliegie

Caffelungonerobollente. Adrenalina a mille. Forse è troppo presto. Altro caffenerobollente in tazza grande, anzi gigantesca. È presto ma chissenefrega. Le chiavi che aprono il box, la bici appoggiata al muro. Gomme gonfie.
Cuffiette nelle orecchie.
Playlist perfetta.
Libertà. Descriverla non le rende mai giustizia
Pedalare in una ex città fantasma.
Ricordatelo quando sei felice.
Divora quella sensazione, non fartela scappare, tatuatela sulla pelle baciata dal sole.
La mia città non è mai stata così spettacolare.
Mi sembra di tornare a respirare come si deve.
E prima?
Quell’ansimare dentro quattro mura, l'ingenuo tentativo di ripetermi che avrei solo dovuto occupare le ore più faticose.
I pensieri fagocitanti, quei ricordi che mi hanno accompagnata prepotenti, perseguitandomi nelle notti senza futuro, in quel silenzio interrotto solo dalle sirene delle ambulanze.
Ricordatelo quanto è bello sentirsi viva.
Ricordatelo chi ti manca mentre non riesci a toglierti quel sorriso dalle labbra.
Ricordatelo come è spalancare gli occhi di fronte alla meraviglia.
Sei bellissima.
Sei così bella da farmi dimenticare tutto il dolore, le paure, gli addii non detti, quelli reiterati sperando si concretizzino davvero.
Sei sempre più bella e non pensavo fosse possibile.
Sei sempre più bella. Come diamine ho fatto a stare così tanto tempo lontana da te?
Ricordatelo quello che vuoi, perché nessuno ti conosce meglio di te stessa.
Ricordatelo quando sei felice, perché esiste poco altro.

Chi lo sa dove sei ora, quando tornerò a trovarti, quando avrò il coraggio di alzare gli occhi e dirti che non riesco ancora a perdonarmi per gli sbagli commessi e per quelli che ho impedito a me stessa di fare.
Se giro lo sguardo la mia città, se chiudo gli occhi ti intravedo e trattengo tutto.

Io ti prometto che prenderò questa felicità, le alzerò il volume al massimo mentre la mia bicicletta sfreccia in discesa.

Non so dove finisca chi se ne va, so però che chi resta deve fare di tutto per essere felice.





Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...