La Sig.na
25 ciliegie ringrazia questa stanchezza, l’estate che le riempie le giornate di
lividi e frenesia. Le corse tra una classe e l’altra, le grida dei bambini, le
attività da preparare, i giochi sbuccia ginocchia e i pianti da consolare.
Prova a
domandarsi come sarebbe se non ci fossero queste tredici ore di lavoro senza
sosta, se avesse ancora energia per pensare e vedere con nitidezza tutto quel
fuoco.
La Sig.na
25 ciliegie galoppa a ritroso con la memoria, alla ricerca spasmodica di quel
momento, quello in cui la vita l’ha tramortita, regalandole un amore
incondizionato per questa esistenza così infame e bellissima.
Quando è
stato Sig.na 25 ciliegie?
A cosa
pensi quando sorridi così forte?
Ai viaggi
con Roger, gli zaini in spalla, le viste mozzafiato, i bicchieri di bianco
ghiacciato mentre vi promettete che non vi fermerete mai.
Alle serate
con quegli amici a pois, quelli che prendono i tuoi silenzi e li custodiscono
senza informarsi troppo, senza guardarti negli occhi e chiederti dove lo metti
tutto quel dolore.
Ai lanci
con il paracadute, all’adrenalina dei salti, alle emozioni nuove, ai sì urlati senza
riflettere.
Alle storie
dei libri che divori, alle favole che ti racconti e che nessuna realtà è capace
di distruggere, ai sogni costruiti grazie a quel pezzo nuovo che ascolti in loop e che ti fa
impazzire.
Ai gelati
allo yogurt quando fuori nevica, ai giri di giostra ai quali non vuoi
rinunciare, né ora né mai.
Alle paure
che ti bloccano, a quando morsichi le labbra e chiudi gli occhi prima di
affrontarle. A lei, a quelle frasi che non se ne andranno mai.
A lui, che avevi
già perdonato, anche prima di averlo rivisto in quei corridoi infernali.
Tu, così
piena di giudizi da riuscire a soffiarli via mentre divori la vita.
Tu, così
zeppa di sofferenza da sceglierla di un tessuto leggero, per evitare che ti
appesantisca, per impedire a chi ti sta vicino di sentirti sudare.
Tu, così
stupidamente attaccata ai tuoi errori da tatuarteli su un braccio che ti racconta
senza parlare.
Non so come
sarà quando riuscirai a riposarti e avrai tempo per pensare; non so se cadrai
di nuovo, non so se farà male più delle altre volte.
So solo che
è arrivato il momento di dirti che forse quel filo su cui credevi di camminare
è diventato una lastra sulla quale pattini divinamente.
Ti voglio
bene Sig.na 25 ciliegie. Anche se non te lo dico mai, anche se ogni volta che
te lo dico vorrei ci credessi sul serio.