martedì 4 agosto 2020

Sesta settimana di CRE e continuo a mangiare gelato a colazione

La Sig.na 25 ciliegie ringrazia questa stanchezza, l’estate che le riempie le giornate di lividi e frenesia. Le corse tra una classe e l’altra, le grida dei bambini, le attività da preparare, i giochi sbuccia ginocchia e i pianti da consolare.
Prova a domandarsi come sarebbe se non ci fossero queste tredici ore di lavoro senza sosta, se avesse ancora energia per pensare e vedere con nitidezza tutto quel fuoco.
La Sig.na 25 ciliegie galoppa a ritroso con la memoria, alla ricerca spasmodica di quel momento, quello in cui la vita l’ha tramortita, regalandole un amore incondizionato per questa esistenza così infame e bellissima.
Quando è stato Sig.na 25 ciliegie?
A cosa pensi quando sorridi così forte?
Ai viaggi con Roger, gli zaini in spalla, le viste mozzafiato, i bicchieri di bianco ghiacciato mentre vi promettete che non vi fermerete mai.
Alle serate con quegli amici a pois, quelli che prendono i tuoi silenzi e li custodiscono senza informarsi troppo, senza guardarti negli occhi e chiederti dove lo metti tutto quel dolore.
Ai lanci con il paracadute, all’adrenalina dei salti, alle emozioni nuove, ai urlati senza riflettere.
Alle storie dei libri che divori, alle favole che ti racconti e che nessuna realtà è capace di distruggere, ai sogni costruiti grazie a quel pezzo nuovo che ascolti in loop e che ti fa impazzire.
Ai gelati allo yogurt quando fuori nevica, ai giri di giostra ai quali non vuoi rinunciare, né ora né mai.
Alle paure che ti bloccano, a quando morsichi le labbra e chiudi gli occhi prima di affrontarle. A lei, a quelle frasi che non se ne andranno mai.
A lui, che avevi già perdonato, anche prima di averlo rivisto in quei corridoi infernali.
Tu, così piena di giudizi da riuscire a soffiarli via mentre divori la vita.
Tu, così zeppa di sofferenza da sceglierla di un tessuto leggero, per evitare che ti appesantisca, per impedire a chi ti sta vicino di sentirti sudare.
Tu, così stupidamente attaccata ai tuoi errori da tatuarteli su un braccio che ti racconta senza parlare.

Non so come sarà quando riuscirai a riposarti e avrai tempo per pensare; non so se cadrai di nuovo, non so se farà male più delle altre volte.
So solo che è arrivato il momento di dirti che forse quel filo su cui credevi di camminare è diventato una lastra sulla quale pattini divinamente.
Ti voglio bene Sig.na 25 ciliegie. Anche se non te lo dico mai, anche se ogni volta che te lo dico vorrei ci credessi sul serio.


Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...