Sig.na 25 ciliegie quanto ti costa
guardarti dentro?
Torni a ordinare del bianco
fermo, sperando che questo inverno corra più veloce, che arrivi presto la primavera,
con la sua spensieratezza, con i suoi gesti così delicati da non permetterti di
farti male.
Dentro hai un caos di
emozioni, il desiderio di partire, l’esigenza di prendere quella paura così
ingombrante e farne un romanzo da rileggere quando sarai lontana.
La Sig.na 25 ciliegie odia
quando le dicono che è solo capace di scappare, non sopporta la superficialità
di quelle parole dette senza sapere, senza avere la minima idea di quanto pesino quei
ricordi elefante che occupano la sua testa. La Sig.na 25 ciliegie avrebbe tanto
voluto fuggire, da quei giorni di ansia, da quelle lacrime miste a vomito e parrucche.
Lei avrebbe tanto voluto andare via mentre il mondo le sembrava grande quanto
quella stanza di morte. Lei, che è restata anche quando il dolore era talmente
forte da impedirle di sentire, anche quando l’unico modo per sopravvivere era
costruirsi quella corazza, dentro la quale custodire le emozioni troppo forti,
le frasi da non dire, le domande troppo scomode.
La Sig.na 25 ciliegie è
tornata per restare accanto a chi amava davvero, a chi le ha chiesto di
lasciare il mare per tenergli la mano in quelle notti di terrore. Ferma di
fronte a quel nastro trasportatore piangeva rabbia, tentando di asciugarsi gli occhi
con quell’amore così rumoroso da scavalcare un oceano.
La Sig.na 25 ciliegie sa che i
sentimenti non sono il suo forte, lei non li sa maneggiare alla luce del sole,
li guarda stranita nella piena consapevolezza di non saperli indossare. Lei li
nasconde dentro la sua corazza e ci scrive dei racconti, lasciando che una bic
nera dia un senso a quegli attimi che si fermano nello stomaco, macigni invisibili e inespressi.
Quindi sì, la Sig.na 25
ciliegie vorrebbe tanto partire, mentre voi continuerete a credere che sia una
passeggiata, che sia il suo ennesimo tentativo di non affrontare la vita, di
mettere la testa sotto una sabbia di spannung e finzione.
E lei non lo sa se riuscirà ad
andarsene, ma sa che se lo farà non alzerà il volume dei non detti; riempirà
quei silenzi di scotch carta colorato, ricordando a se stessa che nemmeno
tremila aerei le toglieranno l'insicurezza, l’inquietudine del vivere, la paura di guardarsi dentro.
-
G. se dovessi partire, mi prometti di
resistere questa volta?
-
No.
-
Non è giusto però!
-
Sì, lo so. Solo che ti amo troppo.
-
Come è quella massima? Se ami qualcuno
lascialo andare.
-
Tutte cazzate. Se ami qualcuno vuoi che stia
con te ogni momento.
-
E allora vienimi a trovare.
-
E poi?
-
Poi resti.