Sig.na 25 ciliegie insegnami
come si fa ad andare al mare prendendo gli impervi sentieri di montagna;
raccontami una storia senza dolore ma piena zeppa di scapole sporgenti, lividi
e morsi.
Prova a spiegarmi come riesci
a spostare quelle domande faticose rendendole ritornelli da cantare a
squarciagola mentre guidi nella tua città.
Come fai Sig.na 25 ciliegie?
Come puoi odiarti e farti amare così forte nello stesso momento?
La Sig.na 25 ciliegie non
crede a chi le parla usando il condizionale, ama chi la porta via con un
imperativo e non le lascia il tempo di darsi del tempo.
La Sig.na 25 ciliegie adora la
parola “partiamo” e prova a scriversela sulla pelle, sperando superi quei “resta”
nascosti dietro agli sguardi di chi le vuole bene.
La Sig.na 25 ciliegie osserva
case in costruzione, traslochi e pance che crescono e si chiede quale sarà la
sua prossima destinazione; placa il respiro con il battere dei tasti e colora
di nero inchiostro il terrore di una vita ordinaria.
Cerca negli occhi di Roger
quella mano tesa che la porterà via di nuovo, verso l’adrenalina costante, verso
quella promessa di vivere anche per chi ha smesso di farlo.
Cerca la certezza di poter
scappare dalle sue paure, da quelle finestre di grate, da specchi che le impediscono di respirare, da lunedì sempre uguali
e post-it nella borsa.
La Sig.na 25 ciliegie è
abituata a scegliere e poi a pensare, a dire sì e poi a ripetersi la domanda, a
bruciarsi la lingua e solo dopo a soffiare su del caffènerobollente.
Per anni si è versata il vino
nel modo sbagliato, ha tradito se stessa decine di volte senza perdonarsi
nemmeno per sbaglio.
La Sig.na 25 ciliegie non è
speciale, ha solo un modo tutto suo di essere un disastro.