giovedì 23 febbraio 2012

Che rumore fa la serenità?


Signorina 25 ciliegie che rumore fa la serenità?
Ti piace pensare a quando ci canterai sopra, distesa sulla tua amaca mentre saluti la primavera.
Ti piace credere che l'ansia se ne andrà insieme a quei pensieri scomodi al gusto terribile delle barbabietole.
La sig.na 25 ciliegie aspetta la primavera con trepidazione; aggiunge tasselli di squilibrio alla sua normale follia e cerca un modo per non soccombere alla realtà.
La sig.na 25 ciliegie fiorisce come gli alberi, si colora di aspettative e trova il modo di inventarsi storie profumate. Spuntano personaggi come efelidi al primo sole e, lei lo sa quanto una storia possa cambiare una giornata dal cielo coperto.
La signorina 25 ciliegie è impegnata a salvarsi dalla banalità della verità, mentre tutti là fuori la ricercano come oro colato. Lei è consapevole di quanto una bugia suoni meglio di quella stonata sincerità.
Nel taccuino della sig.na 25 ciliegie puoi trovare parole armoniose e immagini di dolore, origami di emozioni e ricordi fatti con la pasta di sale.
Lei sa quanto è fragile.
Lei sa quanto sia facile fingere onnipotenza.
Lei sa che tornerà a mangiare ciliegie.

giovedì 9 febbraio 2012

Dal diario della Sig.na 25ciliegie

Non provavo niente.
Più niente.
Chissà tu cosa provavi: nel vedermi, nel vederlo, nel vedervi riflessi nel mio sguardo.
Il bello è che non provavo più niente, solo, purtroppo, ricordavo.
Ricordavo te.
Ricordavo come eri in grado di trascinarmi verso il fondo.
Mi piaceva da morire che mi trascinassi giù.
Eri in grado di uccidermi, ma se uccidi qualcuno vuol dire che quel qualcuno è vivo. Nessuno uccide chi è già morto.
Io, con te, mi sentivo così viva: viva da morire.
Tu mi toglievi ogni energia, mi privavi di quella vita che eri paradossalmente in grado di donarmi; tu mi lasciavi agonizzante per ore fino a quando mi risollevavo dal fondo per sorridere.
Eri la mia droga.
Non esistevano dosi controllate, non c’erano strumenti in grado di attenuarne l’effetto, non c’erano giorni in cui ero in grado di fare a meno di te.
Uccidimi. Solo tu puoi farlo davvero.
Le notizie sulla tua vita erano carboni ardenti sui quali camminavo con la dimestichezza di un fachiro. Sono sempre stata molto brava a gestire il tuo dolore e quello che eri in grado di provocarmi.
E ora?
Ora sto immobile a cercare di ucciderti senza parole.
L’unica cosa che vorrei è ucciderti in silenzio, come facevi tu.
L’unica cosa che vorrei è lasciarti lì, agonizzante, pieno di amore per il male che ti so provocare.
L’unica cosa che vorrei è smettere di amare il tuo modo di farmi male.

lunedì 6 febbraio 2012

Rose bianche

La signorina 25 ciliegie oggi viene a trovarti.
Incredibile come un posto come questo possa prendere l'odore di casa
(in quel modo tutto suo).
La signorina 25 ciliegie oggi viene a trovarti, con in mano la routine di quei 3,50 euro, spesi nel tempo di un abbraccio che non può più avere.
La sig.na 25 ciliegie sa che è passato tanto tempo dall'ultima volta, sa quanto sia difficile fare i conti con te, nonostante vi separino chilometri di lacrime e granito.
Un'assenza ingombrante quanto lo era la tua presenza; un'assenza che lascia vuoti come buchi in quello stomaco che sembra non trovare mai pace.
La signorina 25 ciliegie vorrebbe chiederti se sta facendo la cosa giusta, vorrebbe un cenno, un sorriso, una direzione. Invece impara a sue spese che un errore aiuta a guardare meglio il tramonto.
Una ciliegia assapora la tranquillità di quei sentieri, non sente il disagio di quel silenzio che entra senza troppo bussare.
Gedeone deve ancora fare i conti con quel posto: non gli piace camminare tra la sofferenza altrui. E' già tutto così senza colore là fuori.
Alla sig.na 25 ciliegie piace che ci siano luoghi come questo, luoghi dove nessuno si aspetta un suo sorriso. Le è concesso star male, le è concesso un reiterato addio, le è concesso piangere davvero.
E' un posto senza tempo, dove il tempo ce lo si può prendere per ascoltare il proprio dolore. E' un posto che smette di fare paura, quando la paura non è più il nemico sconfitto nelle fiabe ma l'agonia di una malattia, la tragedia compiuta, è qualcuno che perdi mentre un po' te ne vai via anche tu.
La signorina 25 ciliegie vorrebbe dirti che non è più triste, che ha ancora voglia di provare a guardare al di là per vedere un campo di ciliegi.

giovedì 2 febbraio 2012

Sporca di neve


La signorina 25 ciliegie guarda fuori per scovar il bianco in una giornata di neve.
Niente come la neve le ricorda di non essere più bambina.
Niente come la neve la fa sentire così sporca.
Niente come la neve la riporta a lei, a quegli anni di fango che l'han resa consapevole di quanto il mondo sia poco pulito.
La signorina 25 ciliegie fa fatica ad odiare la neve ma riesce benissimo ad odiare se stessa; a barricarsi dietro muri di paure, a trovar rifugio nel marcio di un passato senza finestre.
Abbandonarsi a quell'aria viziata, facendo di tutto per non accorgersi di esser circondata da broncodilatatori che cercano in tutti i modi di farla stare bene.
La sig.na 25 ciliegie sa che la neve ferma il battito e il cuore per un attimo, copre la routine, nasconde i doveri e impedisce di non pensare.
Quella neve che avvolge ogni superficie vietandole di essere superficiale.
Quella neve così testarda, così fiera del suo bianco, tanto da sembrare inconsapevole del fatto che si sporcherà.
La neve in città non esiste.
La felicità in città non esiste.
L'amore in città non esiste.
La sig.na 25 ciliegie sogna un orto in campagna ma fa di tutto per far sì che non si realizzi. La signorina 25 ciliegie vuole credere che qualcosa esista, in un mondo troppo sporco per lasciarle delle speranze.

Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...