Caro Novembre,
che ne dici se proviamo a
smettere di disprezzarci fino a stare male, a svegliarci senza quella terribile
sensazione di chi sta arroccato in trincea, pronto a combattere senza guardarsi davvero, senza dirsi:"sono qui"?
Potresti concedermi qualche
raggio di sole, ora che una ruota panoramica mi attende in centro città, insieme
a quelle parole afone che non riesco a pronunciare.
Potresti regalarmi il profumo
della neve, perché manca poco e te ne andrai senza voltarti, manca poco e ci
saluteremo per un po’.
Potresti smettere di entrare a
gamba tesa nella mia testa, consegnandomi ricordi non richiesti, immagini
dolorose, pezzi di vetro scheggiati che non riesco a ricomporre.
Cosa vuoi che faccia Novembre?
Posso colorarmi le labbra di vino
rosso, cantare i ritornelli che mi fanno sorridere, festeggiare i compleanni di
chi in silenzio mi ha urlato che andava bene così, che non dovevo spiegare
nulla, che ha tagliato una gomma a metà per cancellare i giudizi più faticosi
che mi disegno sulle spalle.
Posso guardarti negli occhi, confessarti
che ogni anno mi ripeto che sei un mese come tutti gli altri, che gli
anniversari non esistono, salvo poi ritrovarmi a contare fino a 28 sperando cambi
qualcosa.
Posso scegliere i vestiti più
eleganti e cercare di essere bella quando dentro il fango sporca tutto e non mi
lascia scappare dalla me più sbagliata e autentica. Proprio a me, che è una
vita che non faccio altro che fuggire, dalle lacrime, dalle parole impegnative,
dalle emozioni.
Facciamo una tregua io e te
Novembre?
Sono così stanca di odiarti,
così piena di acredine da dimenticarmi che è quasi Natale.
Tra qualche
giorno sarai solo l’ennesimo addio che non sono capace di sostenere fino alla
fine.
-
G. non mi ricordo un Novembre più Novembre di
quello di quest’anno, come si fa?
-
Come facciamo sempre, chiudiamo gli occhi e
spegniamo il cuore per 28 giorni.
-
E poi?
-
Poi io e Roger ti portiamo via e sarà pieno
di luci colorate e decorazioni.