sabato 23 novembre 2019

Quella sera che ho bevuto due bicchieri ma in un bicchiere ci stava una bottiglia.


Caro Novembre,
che ne dici se proviamo a smettere di disprezzarci fino a stare male, a svegliarci senza quella terribile sensazione di chi sta arroccato in trincea, pronto a combattere senza guardarsi davvero, senza dirsi:"sono qui"?
Potresti concedermi qualche raggio di sole, ora che una ruota panoramica mi attende in centro città, insieme a quelle parole afone che non riesco a pronunciare.
Potresti regalarmi il profumo della neve, perché manca poco e te ne andrai senza voltarti, manca poco e ci saluteremo per un po’.
Potresti smettere di entrare a gamba tesa nella mia testa, consegnandomi ricordi non richiesti, immagini dolorose, pezzi di vetro scheggiati che non riesco a ricomporre.
Cosa vuoi che faccia Novembre?
Posso colorarmi le labbra di vino rosso, cantare i ritornelli che mi fanno sorridere, festeggiare i compleanni di chi in silenzio mi ha urlato che andava bene così, che non dovevo spiegare nulla, che ha tagliato una gomma a metà per cancellare i giudizi più faticosi che mi disegno sulle spalle.
Posso guardarti negli occhi, confessarti che ogni anno mi ripeto che sei un mese come tutti gli altri, che gli anniversari non esistono, salvo poi ritrovarmi a contare fino a 28 sperando cambi qualcosa.
Posso scegliere i vestiti più eleganti e cercare di essere bella quando dentro il fango sporca tutto e non mi lascia scappare dalla me più sbagliata e autentica. Proprio a me, che è una vita che non faccio altro che fuggire, dalle lacrime, dalle parole impegnative, dalle emozioni.
Facciamo una tregua io e te Novembre?
Sono così stanca di odiarti, così piena di acredine da dimenticarmi che è quasi Natale.
Tra qualche giorno sarai solo l’ennesimo addio che non sono capace di sostenere fino alla fine.

-          G. non mi ricordo un Novembre più Novembre di quello di quest’anno, come si fa?
-          Come facciamo sempre, chiudiamo gli occhi e spegniamo il cuore per 28 giorni.
-          E poi?
-          Poi io e Roger ti portiamo via e sarà pieno di luci colorate e decorazioni.





venerdì 8 novembre 2019

Grandi vaffanculo in quel di Novembre

Basta un lunedì di sole dopo un weekend di umidità nelle ossa.
Basta il tuo gruppo preferito che suona a gran voce in città.
Basta una risata fragorosa.
Basta infornare quella pizza alla zucca senza grassi, cuocerla fino quasi a farla bruciare. Esattamente come piace a te.
Basta l'idea di un viaggio pieno di chilometri e visi sconosciuti.
Bastano le parole di un libro sotto calde coperte d'autunno.
Bastano vecchie fotografie in bianco e nero, immagini definite dal giro di do di quei sorrisi lontani.
Basta un disco che suona, sporco e imperfetto ma così pieno di verità.
Basta un bicchiere corposo di rosso che ti segna le labbra, che ti resta in testa e nello stomaco mentre cerchi di chiudere il cuore.

Basterebbe riuscire a dirti che crescere non si sta rivelando così facile come ti eri promessa in passato.
Basterebbe ricordare a te stessa che ci sono sentieri che è bello non percorrere; che alcuni romanzi non vanno riletti perché perderebbero la poesia.
Basterebbe piangere ma tu mica ci riesci.
Basterebbe ripeterti che va bene così, almeno fino a quando finirai per crederci.
Basterebbe volerti bene in questo Novembre che dimenticheresti volentieri in un autogrill qualunque e nel quale non tornerai mai più.

Io ti odio Novembre,
anche se cerchi di comprarmi con qualche foglia colorata, con del vino buono che mi colora le gote e per un attimo mi fa scordare il peso di questa armatura.
Io continuo ad odiarti, anche se mi illudi con giornate di cielo terso dopo temporali e nebbie opprimenti; nonostante tu faccia di tutto per lasciarmi addosso il profumo di caldarroste bollenti.
Eppure io lo sento lo stesso, quell'odore bastardo di pioggia, di rimorsi, di strade interrotte.
Io ti vedo mentre mi osservi giudicante, affaticandomi il respiro, impedendomi di scappare via.
Io ti sento mentre me lo sussurri per l'ennesima volta: "sei incredibilmente brava a trascinarti verso il basso".
Sai che c'è Novembre?
C'è che mi sono raccontata storie meravigliose per anni, mentre il dolore girava per i corridoi di casa come olio bollente; quindi fottiti Novembre, ti mangerò come le lasagne della domenica, piene di paure miste a calorie e zeppe di io ci proverò.
E sì, hai ragione Novembre, resto incredibilmente brava a trascinarmi verso il basso ma mentre lo faccio lo storytelling è pazzesco. 

Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...