venerdì 26 aprile 2024

Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi.
La sensazione di uno spray al Ventolin ogni volta che un fuoripista ti porta lontana dal sentiero segnato.
Come si fa quando le pietre e gli alberi davanti a te non sono più colorati di bianco e rosso?
Dove stai andando Sig.na 25 ciliegie?
È così necessario avere chiaro il punto di arrivo?
Perché non sei capace di seguire la rotta comune, di camminare sul terreno battuto?
Perché i tuoi pensieri viaggiano incontrollati, lasciandoti in balia di un meteo primaverile completamente imprevedibile?
Perché nelle tue playlist i generi si mischiano senza alcun senso se non quello che governa la tua follia?
Incredibile come tu sia sempre attenta a non ferire con le parole quando poi con i gesti arrivi a distruggere, a lasciare cicatrici e tagli profondi.
Questo aprile segue un marzo di neve nel deserto; questo aprile ha staccato la spina a un frullatore e ti sta chiedendo di fermarti.
Le canzoni si incalzano senza tregua, le immagini regalano sorrisi, aculei e malinconia; la tv è spenta, i bicchieri colmi, i discorsi si susseguono pieni di vita e le direzioni ancora tutte da costruire.
Quanto è bello avere accanto qualcuno che non vuole chiuderti in una teca?
Quanto è necessario per te sentire che la paura può innescare l’acceleratore e non il freno a mano?
Quanto spesso alzi muri per vedere chi li scavalca?
Non so se non aspettarti nulla dalle persone ti abbia salvata o semplicemente condannata a sentire per sempre quel vuoto dentro.
Non so se un giorno troverai il coraggio di affidarti senza reiterare quei non ti ho chiesto niente che ti piace ripetere come un mantra.
Non so se prima o poi smetterai di sorridere con gli occhi e ti concederai di piangere davvero.
Non so un sacco di cose di te Sig.na 25 ciliegie, perché sei caos puro e leggerti dentro è un Infinite Jest.
 
 
Pezzi di punk rock, bossa nova e un brano di Enrique Iglesias.
Rido.
Penso che devi lavorare ancora tanto su te stessa Sig.na 25 ciliegie, però ti prego, non lasciare mai che trovino un senso dentro una tua playlist.

giovedì 18 aprile 2024

Voglio andare a una festa anni '20 e comprarmi delle scarpe nuove

Il sole di un’estate precoce lascia il posto ad un nevischio invernale e ancora una volta la primavera ti ricorda come niente sia scontato, come la vita scorra in direzioni che non ti eri minimamente immaginata.
L’ennesimo caffè lungo nero e bollente mentre a stento le dita delle tue mani coprono le ore di sonno di una settimana infinita. 
Un bicchiere di bolle che non scoppiano ma che scendono nella gola illudendoti che le canzoni più belle non siano canzoni tristi.

Che fine fanno i tuoi pensieri Sig.na 25 ciliegie?
Hai modo di portarli in un luogo sicuro, al riparo da te stessa?
Ti osservo sorridere ma i tuoi occhi non sembra riescano a curvarsi questa volta e vorrei tanto scavalcare quel muro per domandarti come stai.
Mi piacerebbe ascoltarti mentre mi racconti chi sei, spogliata di quelle insicurezze che ti impediscono di chiedere.
Sarebbe bello toglierti quell’ironia pungente, quella paura di appesantire l’altro, quello sguardo giudicante che hai ogni volta che ti vedi riflessa in uno specchio.
Levarteli solo per un momento, giusto il tempo di sdraiarsi sull’erba e guardare la forma delle nuvole.
I tuoi vuoti ti spaventano, hai il terrore che si mangino la tua pelle come anni fa, che brucino calorie e tessuti inglobandoti dentro di loro.
Anni passati ad evitarli, a coprirli con teli mare caraibici, con panorami maestosi, con viaggi magnifici e con diapositive di farfalle e adrenalina.
E ora come si fa?
Ora senti la testa che scoppia, lo stomaco che si rigira, il cuore fuori dal petto.
Ora li hai davanti, ma chiudi gli occhi sperando spariscano, illudendoti che forse prima o poi qualcuno ti salverà tentando di riempirli con gettate di cemento.
 
Apri gli occhi e ti guardi in giro alla ricerca di Gedeone.
Ma Gedeone non è stato in grado nemmeno di salvarsi da solo ed ora è un furgone pronto a portarti lontano.
Apri gli occhi e provi a trattenere quello che hai costruito senza credere a quella voce che ti ripete che chi ami se ne va. Sempre.
Apri gli occhi e ci vedi delle macchie e la tua ipocondria urla mentre sorridi, ti fai versare del vino e ascolti le fatiche degli altri.
 
Che paura che fanno quei vuoti Sig.na 25 ciliegie.
Che paura che mi fai tu quando dentro ghiaccia tutto e basta un cappotto giallo per convincere tutti che ci sia il sole.
 

lunedì 15 aprile 2024

35 ml di Tequila, 20 ml di Triple Sec, 15 ml di Succo di Lime, q.b. di Sale Fino, q.b. di Ghiaccio

Non te lo chiedo come stai Sig.na 25 ciliegie, perché nemmeno ti concedi di dirlo a te stessa, figurati a noi qui fuori.
Non ci provo neanche a ricordarti che mi potrai chiamare se avrai bisogno di aiuto, perché tu vomiti parole su una tastiera per non caricare le persone di tutto quello che hai dentro.
Dove stai andando Sig.na 25 ciliegie? 
Cosa ti urlano gli omini dentro la tua testa? 
Ora che hai scelto di ascoltarli non è così facile scappare nelle tue playlist coprendo il loro rumore.
Ora che hai preso consapevolezza delle tue paure, ora che hai scelto di non nasconderti dietro bugie di lattosio.

Stare con te è una babele, lo sai vero Sig.na 25 ciliegie?
Essere disposti a prendersi tutto il pacchetto di follie e confusione è da pazzi scatenati.
Non è facile accettare i tuoi mondi paralleli, il tuo sguardo assente, le tue corazze d'amianto e i muri di cartapesta, la tua fame bulimica di amore, la tua incapacità di chiedere alle persone di restare.
Io non lo so se riuscirai a guardare i tuoi demoni, smettendo di evitarli a suon di aerei e iniezioni di dopamina.
Nelle cuffiette Frank Turner ti obbliga a non cedere alla malinconia, a farti forte di ricordi e ciliegi, senza che la tristezza diventi il tuo metadone.
La testa su una ferrata, il cuore su un prato di margherite. 
Le poche ore di sonno, il desiderio di sparire in una gelateria che non mischi le creme con la frutta.
Le persone che ti vogliono bene millantano ceffoni ma poi ti abbracciano; le guardi mentre cercano il nascondiglio delle tue stampelle, bramose di gettartele via, certe che potresti farne a meno ora che ti stai spogliando delle menzogne. 

Come si sta in cima alla vetta? Mentre il mondo sotto di te non fa altro che domandarti cosa si celi dietro quella fame, quella curiosità del vivere.
"Ci sono ancora un sacco di cose che voglio fare", recita quel tatuaggio sotto quella clavicola dai ricordi curvi.
Quanto ti manca Gedeone? Quanto è difficile fargli domande alle quali sai che non risponderà?

Sei un Margarita Sig.na 25 ciliegie, ma non siamo in Messico a guardare balene e tramonti sulle spiagge di La Paz.
Io non lo so come diamine si faccia a pasteggiare con un Margarita sulle mura, ma non ti chiederò mai di essere un bicchiere di vino, buono per ogni occasione.








lunedì 8 aprile 2024

Mi piace quando le persone somigliano alle canzoni

La musica è spenta, i pensieri fanno rumore ma provi a non coprirli con delle playlist che spostano le emozioni più faticose.
Come si fa a scappare ogni sacrosanta volta Sig.na 25 ciliegie? 
Dal dolore.
Da te stessa.
Dall'amore che allontani come fosse l'ultima cosa che ti meriti dalla vita.
Quanta paura fa l'amore Sig.na 25 ciliegie? Quello che stava in quella mano di pelle bruciata, che tenevi con cura insieme a una penna che scriveva tremante le iniziali di una squadra.

L'Atalanta continua ad andare in Europa sai?

Sei un bel paradosso tu, Sig.na 25 ciliegie, nel tuo bisogno di proteggerti da quell'amore, alzando la voce ogni volta in cui dici alle persone a cui tieni che non ti aspetti nulla da loro.
Proprio tu, che ti sei tatuata sul piede un libro senza compromessi, dove le parole si mantengono, dove non si tocca mai più terra ma si sceglie un addio su una mongolfiera.
Alzi le spalle e li lasci su tutte le furie, sminuendone i sentimenti, ingoiando quei resta che non sai più nemmeno pronunciare. Impassibile e tronfia di quell'egoismo spiccio che altro non è se non il bunker segreto del bisogno estremo di un abbraccio che si prenda cura di te.

Come si allontanano le persone Sig.na 25 ciliegie?
Facendo loro del male?
Banalizzando ogni parola?
Regalando grandi sorrisi e battute taglienti?

La musica è spenta, le ferite urlano e i tuoi vuoti amplificano l'eco.
La musica è spenta ma so che presto rimetterai le tue cuffiette, camminando per quella città dalla quale non fai altro che scappare, ogni volta in cui ti accorgi di amarla troppo.

L'Atalanta continua ad andare in Europa sai? 

Ed io, di tutto quell'amore, non so più cosa farne.





sabato 6 aprile 2024

Secondo i nutrizionisti un gelato non sostituisce un pasto completo

Il sole è tornato a scaldare e la primavera è così potente da impedirti di sanguinare dalle ginocchia.
Oggi è la prima volta che ti fermi Sig.na 25 ciliegie, dopo una settimana folle, spesa a scappare da te stessa e da quello che senti, dalla consapevolezza di come, per l’ennesima volta, il tuo dolore ti spinga a sfregiare le tele più belle, a pugnalare chi ti è stato vicino, chi ha sempre cercato di regalarti nuovi scenari e lo ha fatto solo per permettere al tuo battito di rallentare.
Oggi è quel giorno che posticipavi senza vergogna, quel momento che anni fa avresti volentieri schivato per poi lasciartelo alle spalle.  
Se guardi fuori vedi i feriti o sei solo capace di sentire il vento che smuove le foglie?
Non so se mi piace questa nuova versione di te Sig.na 25 ciliegie, meno capace di tenere la vita sotto controllo, ancora più famelica di esperienze ma per nulla in grado di darsi dei confini.
Intenta a fissare la teca dove tornavi ogni sera, dove era facile prendersi cura di te, delle tue distrazioni, di quelle ipocondrie che non sembrano svanire.
Come quella canzone che adori, che trattieni in gola per non bagnarti le gote.
Gli animali esotici possono stare per sempre in una teca Sig.na 25 ciliegie?
Provi a chiederti perché non ti hanno lasciato un libretto d’istruzioni, qualcosa di scritto dove spiegare a te e al mondo cosa fare con i tuoi fragili meccanismi.
Storta, rotta da quando ti conosco, alla ricerca di un habitat che ti hanno strappato a suon di corridoi di ospedale e latte di acquaragia.
Dove è casa, Sig.na 25 ciliegie?
Facile dare la colpa alla tua sofferenza, a un passato che non giustifica nulla se non la tua ricerca di approvazione e di colori.

Se ti chiedo come stai sorridi ma non dagli occhi.
Se ti chiedo dove andare, fai decidere a me la destinazione e mi preghi di non dirti nulla.
Se ti chiedo di scegliere i gusti del gelato li sbagli, presa da un’ansia del vivere che ti lascia in astinenza come la peggiore delle droghe.
Se ti chiedo se sei stata bene sorridi dagli occhi, eppure ci sono dei corpi stesi a terra e io non sono qui a raccoglierli al posto tuo.
 
 
 
 
 

Enrique Iglesias è decisamente il mio guilty pleasure

Una casa vuota che si ciba di nuovi silenzi, il picchiare frenetico di una tastiera che rallenta il tuo battito ovunque ti trovi. La sensazi...