Puoi dirlo
che sei incazzata Sig.na 25 ciliegie, con la vita che non smette di toglierti
persone e progetti, con chi non è stato capace di starti vicino nonostante
tutte quelle parole vomitate nei ritagli di giornate e corridoi.
Con questa
pandemia che cerca ostinatamente di spezzare i sogni che non hai mai smesso di
coltivare, con burocrazia e uffici pubblici che rinnovano ogni giorno la
sofferenza di una perdita, ostentando incompetenza.
Con il mese
di gennaio che è così efficiente e puntiglioso da farti uscire di testa, con le
scadenze e i promemoria che ti rifiuti di ricordare.
Con te
stessa, sempre più incapace di spogliarti di quella dannata corazza che non fa
altro che irrobustirsi, impedendo alle frecce e agli abbracci di toccarti.
Tu e la tua
fottuta paura di appesantire chi ti sta vicino;
tu e la tua
incredibile esigenza di andare avanti, fregandotene della zavorra di dolore che
cerca di fermarti;
tu e quell’inguaribile
bisogno di alleggerire le giornate attraversando la superficie.
Come fai
Sig.na 25 ciliegie? Come puoi camminare con il sorriso dentro la sofferenza, ordinare
un bicchiere di bianco e lasciarle posto accanto a te come si fa con un vecchio
amico.
Prova a
spiegarmelo Sig.na 25 ciliegie perché comprenderti è difficile anche per me che
ti conosco da sempre. Come riesci ad allontanare il dolore per settimane, anni,
mesi? Come puoi riprenderlo e usarlo per scriverci parole che entrano nella
carne viva, parole che mi uccidono al solo pensarti lì, di fronte a tutta
quella merda.
Piangi mai
Sig.na 25 ciliegie? Perché io non ti ho mai vista nuda, impegnata come sei a
coprirti di nulla così che gli altri possano solo vedere che sei bella.
È così
facile lasciarli fuori vero Sig.na 25 ciliegie? Mettersi un bel vestito e
obbligarli a vederti senza guardarti davvero.
Che colore
hai gli occhi Sig.na 25 ciliegie? Perché è tutto così complicato quando ci sei
di mezzo tu?
Ha smesso
di nevicare Sig.na 25 ciliegie ma io lo so che tu non ce la fai ad abbandonare la magia.