La Sig.na
25 ciliegie controlla i lividi sulle gambe, le ferite sulle braccia, si chiede
come sia possibile avere ancora così fame di vita.
Inforca la
sua bicicletta blu tiffany, alza il volume nelle cuffiette e prova a non
smettere di regalarsi sogni, paesaggi nuovi, ricordi di città che ha attraversato
nei suoi viaggi.
Pedala
veloce, trattiene la malinconia e si prefigura prospettive senza dolore.
La Sig.na
25 ciliegie continua a pensare a Gedeone, alle sue stravaganze, al suo sguardo
curioso verso il mondo e le persone.
Sorride pensando ai clichè che non ha mai vissuto, ai padri che insegnano ad andare in bicicletta e a guidare. Piccoli lavori in casa e lampadine da cambiare. Mentre una playlist la accompagna lontano, cerca bramosa le immagini del suo passato, rivede la bambina che estasiata guardava Milano dall'ultimo piano del Pirellone.
Il mio papà lavora in cima al mondo.
La Sig.na 25 ciliegie asciuga le lacrime di una consapevolezza adulta, piena di quei mesi senza sapere dove fosse, di quelle giornate infinite dove cercavano di proteggerla dalla verità.
Papà perché non torni più a casa? Ti ho fatto un disegno.
Le litigate con la mamma, un amore così totalizzante da riempire stanze, incapace di conoscere il vuoto dei silenzi. Lui, le infinite volte in cui le giurava che avrebbe rallentato, che era l’ultima follia. Lei, il suo sguardo rassegnato ma orgoglioso mentre ascoltava quelle promesse al vento.
I regali per lei sul tavolo della cucina il giorno successivo. Tua madre è bellissima vero?
Allontana il dolore e ripensa alla tavola imbandita a tutte le ore, alle serate tra musica e politica, impregnate del profumo del tabacco di una pipa. Gli amici di una vita e quelli nuovi, conosciuti sull’onda dell’entusiasmo di idee e progetti scritti nelle notti insonni.
- Giuro che sto arrivando.
I ritardi reiterati e fragorosi, le ore in attesa di quel passo pesante sulle scale. La domenica, la polenta sul fuoco e la berretta dell'Atalanta.
I libri sparsi per tutta la casa, le citazioni estrapolate dai classici, Bob Dylan e Herbert Pagani.
Siediti qui Iaia, ti leggo una poesia.
La Sig.na 25 ciliegie sceglie un ricordo ogni giorno e ci costruisce un giro su due ruote.
La Sig.na 25 ciliegie a volte si sente così leggera da credere di non avere più nulla. Si domanda perché il dolore invece che affondarla la porti così in alto, privandola di tutto.
Manchi forte.
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