giovedì 9 aprile 2020

Il mio terrazzo è la Reggia di Versailles


Sig.na 25 ciliegie quanto ti mancano le relazioni superficiali? Quelle leggere, senza pretese. Quei contatti che si esauriscono davanti a un caffè a metà mattina, a un bicchiere di Ribolla ghiacciato dopo un’estenuante giornata di lavoro. Quanto ti mancano quelle serate che non lasciano nulla se non una risata di troppo, una cena rimediata con una confezione di taralli sul terrazzo, un ritorno a casa brilla di stanchezza.
Quanto hai voglia di tornare ad essere in ritardo, a cercare parcheggio mentre la radio passa proprio quella canzone e tu la urli a squarciagola come se non ti servisse nient’altro che quello.
Quanto non vedi l’ora di rispondere con ironia a discorsi inappropriati, di scavalcare con sorrisi quei bagagli di pesantezza, di circumnavigare le questioni di principio che non hai mai digerito, nemmeno dopo cucchiaiate di Citrosodina.
Sig.na 25 ciliegie mentre tutti non fanno altro che ribadire quanto sia fondamentale dedicarsi agli affetti veri, tu che fai? Tu insegui con ansia la superficialità di quei legami al sapore di stringhe dell’oratorio, quelle relazioni liquirizia facili da spezzare, senza impegni e costrizioni.
Sig.na 25 ciliegie quanto ti manca la quotidianità, ora che hai esaurito i pensieri, ora che ti sei data tutte le risposte alle domande che avevi lasciato fuori dalla porta?
Quanto brucia il sale della verità su quelle ferite aperte?
Quanto è stato bello credere a una bugia, sdraiarsi al sole scegliendo con cura le ombre cinesi a cui affidarsi. Quanti minuti mancano alla verità?
Quanto durerà questo periodo ibrido, al confine tra i tuoi vorrei e i desideri di una vita?
Sig.na 25 ciliegie assapora i momenti che vivrai, fai nascere nuovi progetti e prenditene cura; protetta da quelle assi di legno, in un appartamento pieno di luce, dove Roger raccoglie i tuoi condizionali e li trasforma in indicativi senza macchia.
La Sig.na 25 ciliegie alza l’asticella solo con sé stessa e con i pochi che l’hanno vista senza corazza, spogliata di quelle paure di diamante impossibili da scalfire.
Lei rimane quella che adora farvi credere che ci siete riusciti ad entrare, che avete visto cose che nessuno era mai arrivato a scoprire, che non importa se non parli, i tuoi occhi dicono tutto.
Lei è ferma lì anche se sta correndo, pronta ad accogliervi mentre la definite, nelle sue fragilità, nelle sue infinite personalità, nel vostro non avere capito un cazzo di niente.
Lei, che ha solo bisogno di gente che resta davvero e non di parole al vento.

- G. e quando torna la normalità, cosa facciamo?
- Continuiamo ad avere coraggio, a coprirci di rimorsi in attesa che il sole scaldi le nostre scelte. 



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