La Sig.na
25 ciliegie abbandona alcune immagini per strada, si libera dei condizionali che la perseguitano e straccia liste passate al sapore di illusione.
La Sig.na
25 ciliegie non è più in grado di aspettare, lei che per quegli anni
lunghissimi non ha fatto altro che sperare, lei che ha atteso i tempi di
tutti quanti, concedendo loro di avere paura, di alzare la voce, di stare in
silenzio per mesi. Lei è rimasta ferma, sorridente, pronta a ripetere come un
disco rotto che stava bene. Lei, che si era rotta dentro ma nessuno sembrava
essersene reso conto.
Tu come
stai Sig.na 25 ciliegie?
Tu cosa hai
pensato quando ti è arrivato quel pugno diretto nello stomaco?
Tu che gelato vuoi ora che sta arrivando una nuova Primavera?
La Sig.na
25 ciliegie costruisce la sua vita come si fa con un romanzo, odia la noia dell’abitudine
e non comprende le persone che vogliono sapere come va a finire una storia ancor
prima di cominciare a leggerla.
Lei pensa
tantissimo ma prende decisioni senza riflettere; lei ascolta canzoni
malinconiche ma lo fa a volume altissimo, così alto da non sentire l’eco del
dolore. Lei ha il terrore di non essere adeguata, di non essere abbastanza, di essere
solo l’ennesima hit estiva che colora le giornate più pesanti. Lei non dice un
sacco di cose, sicura di dovere molto a quei non detti, omissioni che l’hanno protetta durante ogni crollo, le hanno teso la mano ricordandole che nessuno l’aveva vista,
che è solo del mascara finito negli occhi, anche se lei non si trucca mai.
La Sig.na
25 ciliegie evita dolci e calorie in eccesso, rifiuta termini romantici effetto domino, si protegge da raffiche di banalità ripetute a gran voce.
A volte puoi scalfirle l’armatura, può sembrare che ci sia della rabbia nel suo
stomaco e delle urla in quei piedi che attraversano la città tutta d’un fiato.
Lei dirà che va tutto bene, che è solo un giorno di pioggia, che deve solo
scrivere un po’ di più.
Lei dirà
tantissime parole senza cuore, piene di cervello e fantasia. Parole corpose, perfette
per autorizzare chiunque ad allontanarsi da lei, dal suo caos maledetto. Si servirà di una racchetta da ping pong per far rimbalzare le frasi al di là della rete, senza caricare nessuno di aspettative
eccessive.
Lei non ha
paura degli inverni lunghi perché le primavere arrivano sempre, anche quando il
tempo si traveste da gennaio.
-
Ogni tanto dovresti piangere come gli altri
-
Dici piangere dagli occhi?
-
Eh, dovresti farti consumare dalle lacrime vere,
quelle che bagnano le gote.
-
Le mie sono lacrime vere G., solo che partono
dallo stomaco e salgono nella gola.
-
E dove se ne vanno?
- Fanno un giro lunghissimo e quando arrivano agli occhi sono talmente stanche da non ricordarsi come si fa.
-
Ah, quindi in pratica la strategia è farle stancare?
- Già, faccio far loro la maratona di N.Y e mentre fanno fatica si godono un panorama fenomenale.
Nessun commento:
Posta un commento