domenica 4 dicembre 2011

Vita di stagione


25 ciliegie che diventano un pugno, più forte, più grezzo; finalmente libero, alleggerito dalle troppe costrizioni che la tenevano imprigionata. Un pugno dato a chi se lo merita, non più al suo stomaco.
Un pugno di ciliegie per ricordare e ricordarsi che alcuni ricordi smettono di essere così definiti prima o poi, permettendoci di continuare a vivere.
Perché lei lo sa, lei ha sempre cercato il male come i funghi, addentrandosi  nel bosco del dolore quando tutto è ancora al gusto di pioggia.
Quel pugno prova a lasciarsi alle spalle amori malati, malattie pregne d’amore e cerca con tutte le sue forze di raggranellare quelle ciliegie e di dar loro tutto quell’amore speso così male. Un po’ lo tiene via e lo lascia alla sua bic. Niente è come la sua bic.
La signorina 25 ciliegie scrive con inchiostro nero e per lei il mondo si divide così: da una parte chi scrive con la penna blu, dall’altra chi si salva, nel paradosso della condanna.
La signorina 25 ciliegie usa matite, biro trovate in giro, pennarelli, stilografiche, trattopen. La signorina 25 ciliegie, se può scegliere, sceglie una bic nera. Niente scorre così bene come una bic nera. Nera come l’uva: 25 chicchi d’uva non sono fuoristagione come le ciliegie.
Lei adora mangiare frutta di stagione, ama l’autunno e i colori che vivono mentre leggi un libro sotto un acero. Un parco d’autunno e dei libri di stagione, come la frutta che si porta appresso.
La signorina 25 ciliegie quando è sola non lo è mai davvero; tende a sentire il peso della solitudine quando i discorsi si sprecano come il cibo al pranzo di Natale; quando le frasi fatte vengono abusate a scapito di congiuntivi a d.o.c o di sinonimi scelti con cura. Quei giorni non hanno senso, quei giorni sono inappropriati come l’anguria a novembre.

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