domenica 25 agosto 2019

And, Gloria, did you finally see that enough is enough?

- Sig.na 25 ciliegie, quanta musica hai ascoltato in questo viaggio? 
- Tantissima.
- Sig.na 25 ciliegie, cosa è un viaggio senza musica?
- Non è un viaggio.

Sig.na 25 ciliegie, cosa ne hai fatto di quel luglio in cima ad una giostra? Quante emozioni hai fermato in gola prima di dirti che manca poco a settembre?
Dove è finito quel luglio senza pretese, senza promesse, senza piastre roventi e sensi di colpa?
Quanto è distante settembre se mantieni i piedi sul cruscotto?
Alla Sig.na 25 ciliegie piacciono le promesse ma solo se sei in grado di mantenerle. Le piacciono le persone capaci di portarla via dalle sue insicurezze, dal terrore di non essere bella a sufficienza.
La Sig.na 25 ciliegie continua a seguire il cartello tutte le direzioni, senza farsi troppe domande ma provando a gettare gli affanni dal finestrino di un furgone che corre veloce. 
Lei è diversamente romantica, eppure non riesce a non amare Parigi e chi le regala rose bianche nei giorni più grigi.
Lei adora svegliarsi all'alba e lasciare i tramonti a chi non vuole fare fatica.
Cosa te ne fai di tutta questa tenerezza? Provi a renderla inchiostro nero con cui sporcare le pagine di vita che non sempre gira come vorresti.
La Sig.na 25 ciliegie odia rimanere in un posto per tanto tempo, perché quando resti i pensieri acquistano peso e diventano ingombranti. A lei piace soffiarli via come la parte leggera del dente di leone; a lei piace quando spariscono tra le nuvole come i palloncini gonfiati ad elio.
La Sig.na 25 ciliegie non vuole che la abbracci, lei ti chiede di stringerla forte fino a farle male, fino a quando alle parole mancherà tutto l'ossigeno, fino a quando rimarrà spazio solo per un ciao sottovoce mentre se ne sta già andando via.
La Sig.na 25 ciliegie quando se ne va saluta indossando il casco, perché così fa meno paura, perché così è già troppo tardi per chiederle di restare. 
La corazza della Sig.na 25 ciliegie è blindata come la porta di una cassaforte. Ci sono giorni in cui vorrebbe tanto liberarsene, concedersi il lusso di credere a chi le ripete che andrà tutto bene, che non importa se le parole non riescono ad uscire, basta che continui a guardarmi con quegli occhi verdeumore. 
Tu, così brava a fingere spensieratezza, giusto il tempo necessario per regalare sorrisi.
Tu, che aspetti con trepidazione di entrare nel tuo mondo. Quel mondo fatto di capelli arruffati, di maglie oversize capaci di coprire la tua inadeguatezza. Mi piace spiarti mentre ti immergi nelle pagine di un libro, sbriciolando taralli e versandoti del vino. Mi piace osservarti, mentre lasci fuori dalla porta questo mondo e spalanchi le finestre verso il tuo. 

- A volte bisogna crederci sai ai ti voglio bene
- Lo so G., infatti io ci credo quando me lo dici tu
- E a quelli degli altri?
- Mmm, gli altri vogliono bene all'idea che si sono fatti di me.

Vorrei tanto la smettessi di cercare la scusa perfetta per non fidarti.
Vorrei tanto la smettessi di rovinare tutto.

- Allora facciamo così, facciamo che tutto il bene degli altri lo prendo io, almeno ci credi.
- Ok G. adesso però fammi alzare il volume. 

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