Novembre inizia presto e finisce a notte fonda.
Novembre è il freddo che mi entra nelle ossa.
Novembre è la nebbia sopra i paesaggi e dentro le persone.
Novembre sono tutti i ricordi che tornano con arroganza.
Novembre sono le tue parole che mi lasciano senza fiato,
di nuovo.
Novembre è non riuscire a dire no per l’ennesima volta.
Novembre non fa sconti a nessuno.
Novembre sono io che me ne sto all’angolo con il
respiro accelerato.
Novembre è un abbraccio che non voglio, è una canzone
sbagliata, è quella strofa che non mi esce dalla testa.
Novembre sono pugni chiusi, urla strozzate, pagine
strappate.
Novembre sei tu e tu non smetti di fare male.
Novembre siamo noi e noi non siamo.
Novembre è il passo veloce verso casa.
La Sig.na 25 ciliegie si schiarisce i capelli, perché a novembre
bisogna essere più leggeri; indossa minigonne perché se la guardi negli occhi è
tutto più difficile.
La Sig.na 25 ciliegie fa incetta di cerotti di Star Wars
perché a novembre si aprono ferite che nemmeno si ricordava di avere. Scalda il
forno per ospitare fette di zucca e uvetta sultanina e sceglie con cura lo
scotch colorato da attaccare sulle giornate più uggiose.
La Sig.na 25 ciliegie vorrebbe facesse meno male, questo
mese infame, questo continuo ricordare, questo battere frenetico di tasti che
la salva e la condanna. Copre le immagini del passato con impegni lavorativi e corde
troppo tirate.
Gedeone la guarda sbagliare con consapevolezza, ancora
una volta. Lei e quella fottuta paura di farcela.
Gedeone la osserva mentre si sposta sull’asfalto più duro
in attesa di cadere.
-
G. Aspettami
a casa, so rialzarmi da sola.
-
Lo so,
sono io che non ho ancora imparato a lasciarti sanguinare in santa pace.
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