lunedì 28 novembre 2011

Ventotto


Non è un buon giorno per la sig.na 25 ciliegie.
Non è un giorno come gli altri.
Non è altro che l'ennesima lancetta pronta a rimarcare quanto i ricordi non siano tutti uguali.
Non è altro che un numero, eppure è così difficile scivolarci sopra come fosse una pista di ghiaccio illuminata dalle luci di natale.
La sig.na 25 ciliegie si siede sul tavolo della cucina e cerca di frazionare quel numero, di dividerlo per due, per quattro, per tutti quegli anni passati a domandarsi come ci si salvi dal vuoto di un'assenza così assordante.
Puoi cercare conigli dalle orecchie giù, puoi cercare di non ricordare, puoi cercare te stesso e bere lo stesso tè verde, sperando di trovare risposte adeguate a domande sbagliate, almeno quanto quei coglioni a due dimensioni con cui flirti ai cambi di stagione.
A casa della sig.na 25 ciliegie novembre ha 28 giorni e tutto il resto pare averlo dimenticato dietro vecchie fotografie alle quali vorrebbe tanto affidare tutti i suoi ricordi.
Gedeone raccoglie il dolore disseminato per casa, camuffato da carta moschicida, prima che lei si svegli, prima che lei vi si attacchi abbandonando speranze al gusto di ciliegia.
La signorina 25 ciliegie prepara il caffè e scalda l'uvetta, sa che prima o poi questa nausea passerà e intanto vomita parole come dopo la peggiore delle sbronze.
La sig.na 25 ciliegie guarda fuori, perché dentro fa troppo male.







Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

E.M

2 commenti:

  1. Pensa che volevo tatuarmi questa poesia di Montale...è proprio vero che ci sono parole che coincidono in modo universale con il dolore. Non tutti sono all'altezza di quelle parole. Tu sì, questo è chiaro.

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  2. Leggo, rileggo e non smetto mai di volerti bene.
    Prima o poi me la tatuo pure io.

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