sabato 19 novembre 2011

Ma che freddo fa?



Il freddo le penetrava nella pelle; il freddo come il dolore le impediva i movimenti. La paura di non farcela bloccava ogni suo singolo muscolo.
Gedeone se ne stava appollaiato come un gufo davanti alla finestra, attendendo che arrivasse.
Era preoccupato: non era mai capitato che tardasse così tanto.
Il freddo la trascinava verso il basso; il freddo la lasciava senza speranze, senza pensieri, senza l’ansia di dover per forza essere felice. Il freddo la attraeva, come il dolore.
La tavola era già apparecchiata e una zuppa calda era pronta sul fuoco. Gedeone era l’uomo di casa. Gedeone non l’avrebbe mai lasciata sola. Gedeone era il camino acceso quando si rientra a casa dopo una giornata di neve.
Il freddo le faceva venire da vomitare; il freddo le impediva di tornare a casa dove una zuppa bollente e un coniglio con le orecchie giù la aspettavano ansiosi.
La signorina 25 ciliegie se ne stava lì ferma all’imbocco della via di casa. Non riusciva a muoversi. Il freddo le impediva di andare avanti; il freddo le ricordava che ci sono sorrisi che non possono tornare a scaldarsi davanti a quel camino.
La signorina 25 ciliegie sentì qualcuno che le prese la mano e si lasciò trascinare fino a casa.
Io verrò sempre a riprenderti” le disse Gedeone.
Piano piano il freddo le uscì dalle ossa; piano piano le tornò la fame.



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