lunedì 31 ottobre 2011

Veline al colore di zucca

Signorina 25 ciliegie, ti chiedi mai quale sia il colore delle emozioni?
guardarti sospesa,
scoprirti leggera,
senza le aspettative di quelle storie al capolinea, dove c’è sempre qualcuno che ti chiede di pagare il supplemento per un viaggio che nemmeno volevi iniziare.
Fuori piove eppure niente sembra lasciarti il tempo per lavare via quel dolore, quell’amore al gusto malsano di una mela colta marcia, quell’amore melanzana.
Signorina 25 ciliegie, che gusto ha un amore malato?
Sono lacrime d’inchiostro, sono giorni spesi a ricordare l’eco del tuo passo sulle scale, nella speranza di sentire un rumore diverso da quello del dolore.
Rimbomba la paura di quegli anni tutti uguali, spesi a scrivere parole che ti nutrivano a scapito di pasti e di sorrisi.
Signorina 25 ciliegie, cosa ne vuoi fare di tutta quella sofferenza?
Perché poi ti fermi, respiri forte: sono solo 1500 grammi di cenere. Dicono che se soffi sparisce tutto; la polvere soffiata ti entra dentro l’anima.
Nello specchio puoi vedere il grigio dei tuoi occhi.
i tuoi occhi fan spavento
i tuoi occhi non sai mai che colore diventeranno
i tuoi occhi sono emozioni difficili da definire.
La signorina 25 ciliegie crede che l’amore sia un apostrofo rosa dopo l’articolo
indeterminativo maschile.
La signorina 25 ciliegie crede che l’amore sia sbagliato, lo crede così tanto da barattarlo
al tavolo di un bar con drink di cinismo. Questo non la rattrista, sa che
dietro ogni cuore spezzato ci sono progetti che si realizzano, serate senza
pensieri, vite che non devono rendere conto a nessuno se non a loro stesse. Col
tempo te ne fai una ragione, come quando scopri che Santa Lucia non esiste;
come quando fuori diluvia e tu avevi già portato il motorino fuori dal garage.
Non se ne fa una colpa e non la dà nemmeno a chi le ha spezzato braccia e calpestato
emozioni; il rancore è il barattolo di china che ti si rovescia sulla tavola finita.
La signorina 25 ciliegie si racconta delle storie, le scrive e dà loro la forma giusta perché nessuno le possa rovinare mettendoci neologismi senza senso.
Le piace bere vino bianco, le piace essere come non è, le piace farti credere che come guarda te non guarda nessuno.
La signorina 25 ciliegie ha dei sogni ma i cassetti sono colmi di calzini di H&M; mette
le espadrillas perché si sente al mare, respira aria di montagna mentre fuori si boccheggia.
Ride e ti sorride e quando piangi la metti in imbarazzo e le si scoprono le lentiggini.
La signorina 25 ciliegie non piange e se lo fa sta sorridendo.
La signorina 25 ciliegie lascia gli amori lì dove sono perché lei, preferisce ordinare amari a fine pasto.
Accarezza l’autunno con mani di malinconia ma assapora la gioia di ogni foglia che appassisce tingendosi di colori preziosi. Si domanda se la colpa sia la sua, se sia lei a scegliere amori sbagliati mentre raccoglie more tardive e cerca castagne premature.
Amori sbagliati, appunto; nelle tempistiche, come quelle more e quelle castagne. Ha amato tardi chi per troppo le ha chiesto emozioni, regalandole attenzioni su attenzioni. Lei correva, avanti mille kilometri, per poi accorgersi che le pesava quell’assenza al sapore di premura. Aspettarlo per ore, giorni, settimane, su un muretto di cartone e vederlo arrivare stanco, ma non da solo.
Ci sono stati amori acerbi, che ha sbucciato per la troppa fretta, quella veemenza tipica di chi non sa ancora cosa lo aspetta; altri, lasciati appassire nel tempo di una delusione che ancora brucia.
Sempre fuori tempo, la signorina 25 ciliegie.
E ancora, amori sbagliati nella messa a fuoco: è che a volte la miopia sconfina nella cecità e non si vede più nulla, fino a credere al buio più cupo di ogni menzogna. Proviamo a mettere a fuoco signorina 25 ciliegie, che dici?
Amori sbagliati, amori che diventano insani, arrivano ad essere patologie degenerative: piccoli vermi all’interno di ciliegie troppo rosse per essere vere.
Ci sono poi amori non nati, che lei idealizza come si fa con Atlantide; sommersi nelle sue costruzioni di ghiaccio,  scioltesi col primo sole di un inverno che sta per finire. 
Amori che si scontrano col cinismo di chi è stanco per rialzarsi sapendo già di dover ricadere; amori con la rete di sicurezza: insapori come zuppe senza sale.
Signorina 25 ciliegie, non fidarti dell’amore ma ancor meno dell’illusione di poterne fare a meno.


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