-
Sig.na 25 ciliegie tu di che dolore sei?
-
Mmm, il mio è un dolore registrato in
acustico.
-
Che album di preciso?
- MTV Unplugged in New York
-
Ah cazzo. Quel disco a tratti mi impedisce di
respirare. E se fosse una città?
-
San Pietroburgo a luglio.
-
Che città pazzesca, ma che male tutta quella
bellezza. E se fosse un film?
-
Lost in Translation
-
Ma davvero? Io non me ne ero proprio accorto
di quanto scavasse la tua sofferenza. E se fosse un romanzo?
-
Sulla strada
-
E dove lo metti tutto questo affanno Sig.na 25 ciliegie? Come fai a sembrare così priva di angosce quando pasteggi
ad inquietudine? E se il tuo dolore fosse un quadro?
-
Hai mai visto l’abbraccio di Schiele?
- Porca Troia.
La Sig.na 25 ciliegie ci prova ad essere più superficiale, a lasciare che le parole non trancino i sorrisi. Nasconde con maestria le immagini più terrificanti, i ricordi più devastanti. Omette particolari e verità scomode.
Apre un libro e sotto si concede una base che profuma di casa. Ce la mette tutta per addobbare l’albero come se si trattasse di un anno qualunque, come se tutte quelle ferite esposte non fossero altro che ricordi di cadute nella neve.
- Scusa se ti ho chiesto del tuo dolore Sig.na
25 ciliegie, ma avevo bisogno di conoscerlo meglio.
-
E perché?
-
Perché non voglio evitarlo come fanno gli
altri, voglio stringergli la mano e dirgli che lui ci ha provato a distruggerti, ma è riuscito solo a renderti ancora più bella.
Nessun commento:
Posta un commento