La Sig.na 25 ciliegie non vede
l’ora che arrivi il suo pezzo dell’Estate, le ciliegie mangiate nei parchi, le
espadrilles colorate e i vestitini a quadretti bianchi e rossi.
Si sveglia all’alba, prepara una
moka lunghissima, nera e bollente. Mette le cuffiette mentre gira per casa, per
non svegliare chi brama serate senza colpi di scena, senza fuochi, senza dolore.
Lei odia la stagnazione della
sofferenza, la accoglie in casa e le offre del vino ghiacciato.
Ma tu cosa cazzo vuoi da
me?
In tutti questi anni, nel
silenzio urlante di quelle giornate in cameretta, nelle attese infinite al
sapore di cloroformio. Nelle telefonate allucinanti di chi le grida di restare
in tutti i modi possibili.
Di nuovo.
Senza un senso apparente.
Lascia le valigie Sig.na 25
ciliegie, non è tempo di partire. Non è tempo di respirare come si deve. Non è il
momento di prendere la strada verso la felicità.
La Sig.na 25 ciliegie non ci
rimane male, sa che prima o poi ci saranno i piedi sul cruscotto, i finestrini e
le città nuove da scoprire, i partiamo detti senza contare fino a dieci.
La Sig.na 25 ciliegie non
conta mai, lei prende decisioni senza riflettere. Lei non ti aspetta perché la
vita l’ha già fregata troppe volte.
La Sig.na 25 ciliegie ha perso
troppi treni, incastrata nei binari delle malattie, nei corridoi senza fine, nelle
guardie dentro casa, nei: “ti devo parlare” che nascondono sogni fatti a pezzi,
nei funerali dimenticati.
La Sig.na 25 ciliegie per
lavoro ha imparato ad attendere che gli altri siano pronti, ma gestisce la sua
vita preservando gli attimi, come se dietro l’angolo ci fosse la canzone che
aspetti ad ogni concerto.
Quando torneremo a
emozionarci sotto il palco?
Non ti dirò di avere pazienza
Sig.na 25 ciliegie, non ti dirò che passerà anche questo, non ti giurerò che sopravviverai.
Ti ripeterò che non mi importa se non sei capace di aspettare, io ti verrò a prendere
e ti porterò via, senza se e ma, senza parole, senza lasciarti il tempo di
cambiare idea.
1,2…10! Partiamo R.
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