lunedì 8 ottobre 2018

Gin, bitter Campari e vermut rosso

Non importa quanti anni siano passati, la Sig.na 25ciliegie rimane una scatoletta di tonno in un mondo di tartare che si sfaldano alla prima forchettata di emozioni.
Lei sorseggia vino bianco ma non ha dimenticato quelle nottate a bere Negroni, alla ricerca della soluzione perfetta per rovinare tutto, di nuovo. 
Lei non ha bisogno di descriverti quelle giornate macigno, divise tra silenzi omertosi e lacrime di paura.
Lei e la profonda convinzione di essere sbagliata in questo mondo fatto di parcheggi troppo stretti e giudizi esorbitanti.
Quando la osservi mentre guarda il suo riflesso nello specchio vorresti scuoterla così forte da farla cadere, urlarle di smettere di condannarsi e di vedersi solo una valanga di difetti, dietro quegli occhi profondi come burroni.
Cosa succede se inciampo in quegli occhi signorina 25 ciliegie?
Come faccio a risalire dopo che mi hai trascinato dentro il tuo universo di parole?
La Sig.na 25 ciliegie non ci crede quando le dici sottovoce quanto è bella, arrossisce e sposta il pensiero impedendogli di oltrepassare la sua corazza. Se la abbracci non abbassa le difese ma alza barricate di ironia e inchiostro indelebile.
Lei, intensità leggera che apre le porte ma non toglie le griglie. Lei, che l'unica cosa che vorresti è dirle di smettere di farsi del male.
Lei, che se riesci a infiltrarti nella sua vita hai il timore di avere sbagliato tutto, tanto da lasciare che sia lei a condurti lontano da quella che è davvero.
Non si può superare la sua armatura. 
Il dolore si è radicato tra la bocca dello stomaco e la trachea, vive di immagini e di suoni silenziosi, di corsie d'ospedale, di lacrime ingoiate nella luce delle sei.
La Sig.na 25 ciliegie non ne vuole parlare, le hanno insegnato a vestirsi con strati di sorrisi e non a dire quanto è stato terribile.
Lei vuole tenersi tutto per sé perché il dolore non va condiviso, va custodito per i giorni in cui ti dimenticherai il suo viso, la sua voce. Quei giorni così prossimi che puoi tracciarne i confini. 
Giorni in cui ti ricordi solo il terrore della malattia, le ossa sporgenti, i singhiozzi, quell'addio che non riesci a lavarti via. 
Smetti di sorridere Sig.na 25 ciliegie, solo per questa notte, davanti a questo drink che sembra chiederti di rallentare l'affanno, di lasciarti andare, prova a imparare a dirti che è finita anche se forse non finirà mai. 


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